La Legge non prevede l'obbligatorietà del paracadute d'emergenza e, potremmo dire, meno male: altrimenti
esisterebbero anche complicatissime procedure di certificazione e di periodici controlli, che renderebbero ancora
più difficile volare in autonomia.
Da tempo, tuttavia, la Federazione ha reso obbligatorio ad i suoi aderenti questo importante strumento la cui
utilità è stata ampiamente documentata "sul campo".
Naturalmente, durante i corsi e nei primi voli alti effettuati con vele estremamente "docili" il rischio di una apertura
inopportunamente provocata dall'allievo può superare quello di un grave errore di manovra e, pertanto, l'adozione
dell'emergenza è lasciata al giudizio degli istruttori.
Il paracadute d'emergenza deve essere utilizzato in caso di danno irreparabile del parapendio (cedimento strutturale) o di "chiusura" non più risolvibile con le opportune manovre; non deve essere invece utilizzato per piccole chiusure frequenti dovute a turbolenza (in queste condizioni il parapendio ha più probabilità dell'emergenza di condurci a terra sani e salvi nonostante la nostre evidente impreparazione meteorologica).
Dopo aver deciso che è necessario aprire l'emergenza la sequenza delle operazioni da compiere (con lucidità e nel minor tempo possibile) è la seguente:
Poichè dai test eseguiti è risultato evidente che il maggior tempo di apertura è "rubato" dalla distensione del fascio funicolare e della fune di vincolo, quest'ultimo è stato notevolmente ridotto nei modelli per parapendio (circa 1,8 mt). Il tempo di distensione, a sua volta, dipende dalla velocità di lancio, quindi: lanciare con estrema energia!
Un ultimo consiglio:
se siete alti, nel momento in cui pensate di aprire l'emergenza, potete forse cercare di far riprendere il volo al
parapendio oppure attendere (qualche secondo) con la sacca in mano il momento più favorevole, ma se siete bassi
ogni attimo è prezioso: LANCIATE IMMEDIATAMENTE!