Il recupero da uno stallo richiede, senza eccezioni, una
perdita di quota: è infatti necessario, prima di poter nuovamente pilotare l'ala, che questa riprenda a volare (cioè a sviluppare portanza). Gli apparecchi da Volo Libero, sia pur in modo molto differente, tendono a recuperare da soli, perdendo però alcune decine di metri. Una trattazione più dettagliata e specifica per deltaplano o parapendio, verrà esposta parlando di tecnica di pilotaggio.
è comunque fin d'ora facile intuire che uno stallo a bassa quota (sia subito dopo il decollo, che in volo vicino ad un pendio, che in fase di atterraggio) risulta estremamente pericoloso: per tale motivo tutte le manovre di pilotaggio devono
essere sempre compiute con una sufficiente riserva di velocità quando siamo vicino al suolo.
STALLO DINAMICO
Lo stallo dinamico sembra fatto apposta per ricordarci che, contrariamente alle apparenze, la pura velocità non è direttamente collegata allo stallo stesso, che
dipende invece dal
superamento dell'angolo di incidenza critico.
Requisiti indispensabili perchè si generi uno stallo dinamico sono due:
- elevata velocità (ciò che rende praticamente immune il parapendio a questo fenomeno)
- brusco aumento dell'angolo di incidenza oltre il valore critico di stallo.
Se un velivolo stà scendendo con un angolo di attacco molto piccolo (e quindi ad elevata velocità, lungo una traiettoria molto ripida) e, improvvisamente (senza alcuna gradualità), il pilota imprime una energica cabrata superando l'incidenza critica di stallo, l'apparecchio non reagisce risalendo, ma
spancia perdendo quota e non è più governabile fino a che non torna a volare (sviluppare portanza).
Attenzione però: la quota persa durante uno stallo dinamico è
almeno doppia rispetto a quella persa dopo uno stallo "normale".
STALLO PARACADUTALE
L'arrivo del parapendio ha costretto coloro che si occupano di aerodinamica ad affrontare un vecchio "mostro", quasi dimenticato: lo stallo paracadutale. Per ora limitiamoci a dire che esso rappresenta un passaggio dal volo veleggiato a quello paracadutato; i vecchi paracadute della seconda guerra mondiale ed i paracadute di emergenza per il volo libero sono
sempre in stallo paracadutale: essi non sviluppano alcuna portanza, ma frenano la caduta generando soltanto una forte resistenza. Dal momento però che il parapendio è concepito per volare, lo stallo paracadutale non è il modo migliore di scendere e, anzi, comporta rischi connessi con la elevata velocità verticale che si determina.
Per una trattazione più dettagliata del fenomeno si veda il capitolo sul parapendio.